Da recenti studi e analisi di esperti nel settore emerge un dato disarmante, la povertà in Italia è in continuo aumento. Secondo i recenti dati pubblicati dall’ ISTAT oggi in Italia la popolazione in povertà è di 5,6 milioni, ovvero il 9,4% della popolazione.
Tra questi i più colpiti sono i lavoratori, sia italiani che stranieri, rientranti nella fascia di età tra i 35 e 44 anni. Dato ancora più triste è il numero delle famiglie che sono in totale povertà che raggiungono i 2 milioni.
Dallo scorso anno sempre secondo i recenti studi, abbiamo un milione di persone in più in questo stato.
Questo purtroppo è la conferma che le chiusure prolungate causa Covid arrecano gravi ripercussioni su tutto il sistema economico delle aziende, delle famiglie e dell’intera società, dove una nazione praticamente chiusa e ferma non produce e non consuma.
Pertanto è con forza e con tristi dati alla mano che continuo a ripetere che la chiusura e i continui lockdown non possono essere l’unica alternativa al virus.
Ripeto, non si muore di solo COVID!!!
Solo alcuni esempi, un negozio su due teme la chiusura e il settore del commercio è composto per il 95% di micro imprese con meno di dieci lavoratori e un imprenditore su due si dice preoccupato per la sua attività.
Secondo una ricerca di IPSOS abbiamo cinque priorità:
- Garantire la continuità del business (per il 47% delle imprese)
- Semplificazioni amministrative (160 mila norme in Italia a fronte le 3.000 del Regno Unito)
- Cogliere le opportunità del digitale (il 37% intende investire nel digitale con l’e-commerce nei prossimi due anni)
- Investire nel benessere e nella protezione delle persone (per il 56% degli imprenditori)
- Dare maggiore spinta all’export (registriamo un aumento del 31% delle piccole medie imprese che negli ultimi due anni si sono aperte all’estero)
Prendiamo come esempio una grande città come Roma. analizziamo il settore delle pizzerie, dei bar, dei ristoranti, dove un esercente su quattro ancora è senza ristori.
Secondo FIPE Confcommercio Roma, almeno il 20/25% delle imprese a tutt’oggi è esclusa da qualsiasi aiuto dello Stato, dove la maggioranza dei casi la motivazione di questo è la loro assenza nei codici ATECO che sono in riferimento alle attività presenti del 2007, siamo nel 2021.
A livello nazionale parliamo di 3 mila imprese nel settore.
Non possiamo andare oltre, la crisi e l’emergenza del Covid-19 è sicuramente una realtà e una seria priorità per tornare alla vita normale, ma non possiamo sacrificare troppo il mondo del lavoro che è al collasso totale.
Resilienza, Resistenza termini troppo comuni nel quotidiano dobbiamo intervenire con urgenza perché ripeto, non si muore di solo COVID.
Arch Jr Wladymiro Wysocki
Segretario Generale C.N.L. Nazionale
Presidente CNL Territoriale Roma
Coordinatore OPN Roma