Le imprese al femminile sono in aumento, lo confermano i dati che mostrano come a fine settembre 2022 siano state registrate 2000 start up guidate da donne, molte di più di quelle rilevate nello stesso periodo durante il 2019.

L’epidemia di Covid sembra non aver fermato l’imprenditoria femminile che ha conosciuto una notevole crescita con investimenti per la creazione di start up innovative, perlopiù specializzate nella produzione o vendita di prodotti e servizi all’avanguardia.

Una nuova tendenza, questa, che vede le donne impegnate in settori sempre più tecnologici che in passato erano esclusiva degli uomini. Secondo le indagini, oltre il 70% di queste start up operano nel campo dei servizi alle imprese, molte nel settore manifatturiero e il resto nel commercio. Gli ambiti più interessati da questo fenomeno riguardano principalmente servizi di informazione e comunicazione, attività finanziarie, istruzione e sanità.

A livello spaziale si possono individuare 4 regioni in cui si concentrano la maggior parte delle imprese a carattere femminile: Lombardia, Lazio, Campania ed Emilia Romagna. Sul totale, invece, questo genere di aziende sono maggiormente diffuse al centro e nel Sud Italia.

Si tratta di un momento epocale per l’economia del paese, un cambiamento che va sostenuto e favorito nella sua crescita per dare più spazio alle donne nel mondo del lavoro e colmare quel gap di genere che ancora affligge la società italiana.

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