Condividiamo la lettera inviata alla Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni da Michele Antonio Eramo, Presidente della Confederazione del Lavoro CNL, in riferimento ai dazi imposti dagli Stati Uniti e delle possibili implicazioni per l’economia italiana. Tematiche che verranno discusse durante l’incontro di oggi, martedì 8 aprile, tra Governo e categorie produttive.

Gentilissima Presidente Meloni,

con la presente missiva, in qualità di Presidente della Confederazione Nazionale del Lavoro CNL, mi permetto di inviarLe delle nostre considerazioni in riferimento alla Sua riunione al tavolo di confronto che Ella ha convocato nella giornata di domani, martedì 8 aprile, ore 15.00.

Le chiedo, gentilmente, di leggere il nostro contributo elaborato dal nostro Centro Studi.

Come ben sa, il 5 aprile 2025, sono entrati in vigore i dazi reciproci annunciati dal Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, mentre l’aumento specifico per ogni Paese scatterà il 9 aprile. Questi dazi si aggiungono a quelli già attivi su auto straniere, acciaio, alluminio, e rappresentano una strategia commerciale volta a proteggere le industrie nazionali americane.

I dazi reciproci sono tariffe doganali imposte sulle importazioni in risposta a misure simili adottate da altri Paesi. L’obiettivo del Presidente Trump è quello di pareggiare il costo delle esportazioni e rendere meno vantaggioso l’acquisto di beni esteri. Tuttavia, il metodo utilizzato per calcolare questi dazi ha suscitato perplessità tra gli osservatori internazionali.

In particolare, l’Italia, terzo Paese dell’Unione per esportazioni verso gli Stati Uniti, si trova ad affrontare un dazio generale del 20% su tutte le merci esportate. Nel 2024, le esportazioni italiane verso gli Stati Uniti sono state valutate in 64,7 miliardi di euro, rispetto ai 25,9 miliardi di importazioni. Ciò significa che le esportazioni italiane superano di gran lunga le importazioni, in particolare in settori chiave per il Made in Italy ed è comprensibile che questi cambiamenti destino preoccupazione.

Tuttavia, con l’entrata in vigore delle nuove tariffe sui dazi volute dal Presidente Trump, ci siamo subito attivati, con un monitoraggio interno sulle nostre 33 Federazioni di Categoria, parimenti ascoltiamo con attenzione anche le altre realtà Confederali che rispondono sugli impatti nel sistema produttivo manifatturiero e sull’occupazione.

Inoltre, abbiamo seguito i lavori del Forum The European House Ambrosetti a Cernobbio di questo fine settimana, e i dazi sono stati al centro del convegno.

Secondo le valutazioni del nostro Centro Studi, non vediamo alcun problema, se non altro in misura minimale. Nel merito rispondiamo con quello che l’economista Paul Krugman espresse su questo tema, vincendo il Premio Nobel nel 2008. Egli sosteneva che il commercio mondiale, piuttosto che dai dazi, è determinato dalla capacità delle catene di approvvigionamento e delle imprese di trovare sempre nuovi modi per riunirsi e coordinarsi, perché anche se i dazi vengono estesi a tutto il mondo, in genere nel lungo periodo il calo delle esportazioni si scontra con un aumento delle sostituzioni delle importazioni. Ciò che danneggia veramente l’economia sono le perturbazioni fisiche, come le pandemie e le guerre. I dazi nel lungo periodo non danneggiano molto l’economia, anzi, per le aziende, che oggi hanno una certa resilienza tecnologica, sono da stimolo all’innovazione.

Dunque, la politica economica del Presidente Trump non rappresenta niente di nuovo sotto il sole, la situazione non è molto diversa da quella dell’amministrazione del Presidente Biden, dove il dumping sociale veniva fatto sovvenzionando l’industria nazionale e locale. Trump è un abile propagandista, ci sono sempre stati cicli di libero scambio e protezionismo nella politica americana. Il Presidente degli Stati Uniti non fa altro che enfatizzare determinate azioni utili per l’economia del suo Paese.

Questo è il nostro contributo non allarmistico che la CNL tutta rimette nelle Sue mani.

La ringrazio e colgo l’occasione per porgerLe i miei più distinti saluti,
Il Presidente della Confederazione Nazionale del Lavoro
Michele Antonio Eramo

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