Non c’è dubbio che il momento desta molta preoccupazione visto il conflitto tra Ucraina e Russia e la continua crescita costi energetici e delle materie prime. Nonostante questo la domanda di lavoro tiene. Secondo gli ultimi dati, sono 359.000 i lavoratori ricercati dalle imprese per il mese di marzo, 41mila in più (+13,0%) rispetto a febbraio e 67mila in più (22,9%) rispetto a un anno fa.

Nel dettaglio, oltre 246.000 i contratti di lavoro offerti dal settore dei servizi nel mese in corso (+18,8% sul mese scorso e +35,5% sull’anno). In testa per le opportunità di lavoro offerte i servizi di alloggio, ristorazione e servizi turistici con quasi 64.000 entrate programmate, il commercio (44.000 entrate) e i servizi alle persone (circa 40mila).

I contratti a tempo determinato si confermano la forma contrattuale prevalente proposta con 184.000 profili ricercati, pari al 51,3% del totale. Seguono i contratti a tempo indeterminato (78.000), i contratti di somministrazione (41.000), gli altri contratti non alle dipendenze (24.000), i contratti di apprendistato (16.000), gli altri contratti alle dipendenze (10mila) e i contratti di collaborazione (6.000).

Cresce ancora la difficoltà di reperimento, che si attesta al 41,1% delle entrate programmate, in aumento di quasi del 9% rispetto a marzo 2021, quando erano difficili da reperire il 32,2% dei profili ricercati. Tra questi ultimi i più difficili, tecnici della gestione dei processi produttivi di beni e servizi (67,2%), artigiani e operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni (67,1%), fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatori carpenteria metallica (65,8%), tecnici informatici, telematici e delle telecomunicazioni (61,1%), meccanici artigianali, montatori, riparatori e manutentori di macchine fisse e mobili (61%).

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