Il sistema di monitoraggio dei contributi pubblici alle imprese entra in una nuova fase di trasparenza e responsabilità. Con il DPCM attuativo della Legge di Bilancio 2025 prende il via un nuovo meccanismo di verifica obbligatoria dei fondi pubblici ricevuti dalle società.

A partire dal 2026, sindaci e revisori legali saranno tenuti a controllare annualmente:

  • la corrispondenza tra contributi dichiarati e incassati;
  • il rispetto delle finalità previste dai bandi o dalle norme di riferimento.

Le verifiche riguarderanno tutte le erogazioni, sovvenzioni, incentivi e crediti d’imposta concessi da enti pubblici nazionali, territoriali o a valere su fondi europei, inclusi quelli PNRR.

Entro il 30 aprile di ogni anno, gli organi di controllo dovranno inviare al Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) una relazione di verifica contenente:

  • l’elenco dei contributi pubblici ricevuti;
  • i soggetti erogatori e gli importi accertati;
  • eventuali criticità riscontrate.

La relazione sarà obbligatoria anche in assenza di irregolarità e farà parte integrante della documentazione di bilancio. Il MEF definirà con apposito decreto il modello standard e, entro 60 giorni dall’entrata in vigore del DPCM, attiverà un portale telematico per la trasmissione delle relazioni, accessibile tramite SPID o CNS.

Sono previste sanzioni da 2.000 a 20.000 euro per omessa o tardiva trasmissione, con la possibilità di sospensione dall’albo dei revisori in caso di reiterazione.

L’obiettivo del nuovo sistema è creare una tracciabilità permanente dei contributi pubblici, integrata con il Registro nazionale degli aiuti di Stato e la piattaforma PNRR del MEF, per rafforzare i controlli, prevenire abusi e favorire una gestione più trasparente e conforme delle risorse pubbliche.

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