Negli ultimi anni, lo smart working e il mercato del lavoro in Italia hanno vissuto una profonda trasformazione. La diffusione del lavoro da remoto, accelerata dalla pandemia da Covid-19, ha portato benefici significativi, in particolare per le donne e per le regioni del Sud.

Uno studio condotto da economisti della Banca d’Italia evidenzia come lo smart working stia contribuendo ad ampliare l’inclusione nel mondo del lavoro, offrendo nuove opportunità di partecipazione e riducendo le disuguaglianze territoriali.

Gli effetti positivi dello smart working in Italia

L’analisi si basa su un’ampia porzione di lavoratori e mostra come il lavoro da remoto abbia avuto un impatto molto positivo.

Ecco i principali risultati:

  • Aumento della partecipazione femminile: le donne, in particolare le madri, hanno migliorato il proprio tasso di attività.
  • Maggiori opportunità in aree con minori servizi: lo smart working ha facilitato l’accesso al lavoro anche nelle zone con infrastrutture carenti.
  • Riduzione delle barriere storiche: il lavoro agile ha aiutato a superare ostacoli come la mancanza di servizi di welfare e di supporto familiare.
  • Incremento dell’occupazione nel Sud Italia: il lavoro da remoto ha favorito l’inserimento lavorativo nelle aree meno popolate e periferiche.

Smart working come strumento strutturale di inclusione

Lo studio dimostra che lo smart working non è più soltanto una risposta emergenziale, ma una modalità lavorativa moderna e strutturale.

Tra i vantaggi principali troviamo:

  • Flessibilità: uno strumento stabile di partecipazione al mercato del lavoro.
  • Supporto alle fasce vulnerabili: utile per donne e persone con fragilità, che possono gestire meglio tempi e spazi.
  • Riduzione dei tempi di spostamento: fondamentale per chi ha difficoltà logistiche o di mobilità.
  • Nuove opportunità di inserimento: apre il mercato a chi prima era escluso.

Nord e Sud: un impatto differenziato

Se nelle regioni del Nord lo smart working è più diffuso, gli effetti più rilevanti si registrano al Sud Italia e nelle aree periferiche. Qui il lavoro agile ha aperto nuove opportunità a chi altrimenti sarebbe rimasto escluso.

In un Paese segnato da bassa natalità e invecchiamento della popolazione, il lavoro da remoto può contribuire a:

  • rispondere alle sfide demografiche,
  • ridurre le disuguaglianze territoriali,
  • favorire uno sviluppo più equilibrato tra Nord e Sud.

Lo smart working rappresenta oggi un’opportunità concreta per il futuro del mercato del lavoro in Italia.

Non solo risponde alla crescente domanda di flessibilità, ma sostiene l’inclusione delle donne e lo sviluppo delle regioni più svantaggiate. In questo modo, contribuisce al rilancio economico e sociale del Paese, rafforzando la competitività e riducendo i divari territoriali

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