Il governo italiano torna a puntare i riflettori sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, dopo l’ennesima ondata di morti bianche che ha scosso il Paese da nord a sud. Con ben 607 vittime nei primi sette mesi del 2025 – un incremento del 5,2% rispetto al 2024 secondo i dati Inail – l’urgenza di un cambio di passo è evidente. Ed è per questo che entro la fine di settembre è atteso un nuovo decreto legge, attualmente al vaglio del ministero del Lavoro, dei sindacati e delle imprese.

Il decreto mira a rafforzare tre pilastri fondamentali: prevenzione, formazione e controlli. Le cause degli incidenti, spesso evitabili, sono note: scarsa formazione, uso improprio o insufficiente dei mezzi di lavoro, e carenze organizzative. Il nuovo provvedimento si propone quindi non solo di incrementare la vigilanza, ma anche di promuovere una vera cultura della sicurezza, fin dai banchi di scuola.

Tra le novità in discussione:

  • L’utilizzo di strumenti digitali, come il Fascicolo sociale e lavorativo del cittadino e la piattaforma Siisl, per monitorare la formazione in materia di sicurezza.
  • L’introduzione del badge elettronico, per tracciare e verificare i percorsi formativi dei lavoratori.
  • L’integrazione del tema della violenza e molestie sul lavoro nel Testo Unico sulla sicurezza del 2008.

La ministra del Lavoro, Marina Calderone, sottolinea come il decreto rappresenti il risultato di un confronto costruttivo con le parti sociali, nato dalle proposte con l’obiettivo di mettere in campo azioni concrete e condivise.

La sicurezza sul lavoro non deve più essere percepita come un costo, ma come un investimento indispensabile. Solo attraverso un impegno collettivo sarà possibile invertire il tragico trend e garantire un ambiente lavorativo dignitoso e sicuro per tutti.

La Confederazione Nazionale del Lavoro CNL ha offerto più volte il suo contributo attraverso la partecipazione a numerosi tavoli tecnici sulle tematiche della sicurezza nei luoghi di lavoro e i confronti tra Governo e associazioni datoriali.

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